Era il 10 febbraio 2020 quando con delibera num. 153 la Giunta della Regione Emilia-Romagna approva con questo avviso pubblico la proposta del servizio innovazione, qualità, promozione e internazionalizzazione del sistema agroalimentare direzione generale agricoltura, caccia e pesca dell’assessorato all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna.
Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna per il periodo 2014-2020 la misura 16 del P.S.R. 2014-2020 comprende il tipo di operazione definita 16.1.01 “Gruppi operativi del PEI per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura”, con la sottomisura 16.1 Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura la Regione Emilia-Romagna ha approvato uno specifico avviso pubblico riferito alla Focus Area 3A. Il mese di febbraio 2020 non sarà ricordato come il mese della pubblicazione degli ultimi bandi relativi ai programmi di sviluppo rurale regionale approvati nel periodo 2014-2020, ma di questo mese per molti anni ci ricorderemo, per convenzione, la data del giorno 21, quando viene identificato quello che erroneamente sarà il paziente zero, un 38enne di Codogno. A fine gennaio 2020 erano già stati identificati due casi di coronavirus in turisti cinesi in visita a Roma. Diversi focolai erano presenti in alcune zone del Nord Italia come a Vo’ Euganeo e nella provincia di Bergamo. Quando è partita la ricerca più strutturata del virus – prima l’indagine mediante tampone molecolare era eseguibile sono in persone di ritorno dalla Cina -, nel giro di 3 giorni si arriva a 325 casi confermati. E’ l’inizio della prima devastante ondata per l’Italia. Un’ondata a cui si cerca di porre rimedio con la formula del “lockdown” [un anglicismo per render ancor più difficile la complessità del fenomeno] nazionale a partire da domenica 8 marzo 2020.
Da allora sino ad oggi 27 aprile 2021 abbiamo cambiato colore e orari di un “blocco forzato” per evitare la diffusione di questo virus che ha generato una infodemia collettiva di cui ancora oggi non è stata chiarita l’origine e neppure una probabile soluzione. Da Bruxelles propongono il certificato gratuito dal nome evocativo “GREEN PASS” [passo verde], un QR code da esibire per poter uscire di casa e sentirsi liberi di viaggiare dopo essersi sottoposti alla vaccinazione, essere risultati negativi a un tampone, oppure essere guariti dal Covid-19 ed avere sviluppato gli anticorpi. Il green pass per viaggiare senza l’incubo del Covid può essere la chiave di volta tornare a sentirci un pò più liberi? Noi salvatrici e salvatori della terra abbiamo svolto le stesse attività agricole di sempre abbiamo avuto più tempo libero per dedicarci alle nostre piante e ai nostri terreni: sarò un 2021 di raccolti di qualità.
In questo contesto V.U.C.A. un dato certo è che a livello europeo l’economia italiana è stata la più colpita dagli effetti dell’infodemia generato dal Covid-19. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2 per cento. L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla crisi sanitaria. Le prime chiusure locali sono state disposte a febbraio 2020, e a marzo l’Italia è stata il primo Paese dell’UE a dover imporre un lockdown generalizzato. Ad oggi risultano registrati quasi 120.000 decessi dovuti al Covid-19, che rendono l’Italia il Paese che ha subito la maggior perdita di vite nell’UE.
In questa fase di crisi il sostegno del programma di sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna che ammonta ad un totale di risorse destinate di quasi 5 milioni di euro ha un valore speciale, di un potenziale rilancio per tutti gli operatori del settore dello Smart Farming System regionale.
La partecipazione della Regione a Progetti come l’Interreg Europe STRING “Strategies for Regional Innovative Food Clusters” e FOODCHAINS 4 EU “Strengthening regional innovation policies to build sustainable food chains” ha già permesso in questi anni l’avvio e lo sviluppo di politiche d’innovazione nelle filiere agroalimentari attraverso anche l’integrazione tra la strategia S3 del POR FESR e la misura 16 del PSR regionale.
La Regione Emilia-Romagna nell’ambito del progetto “STRING” ha già evidenziato la necessità di supportare ulteriormente l’integrazione delle aziende agricole all’interno della catena del valore agroalimentare promuovendo l’innovazione e la sostenibilità nei processi e nelle produzioni agricole e zootecniche, anche al fine di intercettare le tendenze della domanda, ed in particolare il crescente interesse verso prodotti anche sostenibili da un punto di vista sociale e ambientale.
Gli obiettivi di questa rivoluzione verde regionale mirano al benessere animale alla riduzione dell’uso di farmaci alle innovazioni per arrivare a prodotti agricoli a basso impatto sull’ambiente e alla creazione di modelli e strumenti innovativi nella gestione della catena del valore, anche attraverso nuove modalità di organizzazione logistica e di tracciabilità, di supporti organizzativi e di commercializzazione come quella proposta dal nostro programma ProHop Smart Chain.
Il progetto “FOODCHAINS 4EU” rappresenta a livello europeo una strategia in riferimento al tema della sostenibilità ambientale, interessando tutti gli attori della filiera agroalimentare, dalla produzione alla commercializzazione promuovendo la cooperazione tra mondo della ricerca e aziende per favorire l’introduzione di nuovi materiali e tipologie di imballaggio e confezionamento sostenibili ed eco-compatibili per un reale progresso sostenibile di tutto il comparto foodtech regionale.
Il progetto presentato dal gruppo operativo di innovazione sullo sviluppo e ricerca di una filiera professionale e intelligente del luppolo in Emilia-Romagna dal titolo ProHop Smart Chain si è classificato primo con un punteggio di 95,5 punti nella graduatoria regionale che da accesso al finanziamento integrale nel macrosettore ortofrutticolo, vitivinicolo e altri settori produzioni vegetali.
Il sostegno economico previsto dalla Regione Emilia-Romagna obbliga alla costituzione e la gestione di gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura e nel pomeriggio del 27 aprile 2021 ci ha portato a costituire l’ATS – associazione temporanea di scopo – tra i 7 partner effettivi e i 9 partner associati del GOI. Dopo mesi di scambi virtuali e riunioni a distanza ci siamo ritrovati nel mondo fisico a Ravenna presso lo Studio Notarile Associato Palmieri e finalmente abbiamo dato vita all’innovazione di processo della co-creazione della prima filiera completamente digitalizzata e intelligente della luppolicoltura italiana.
Mentre noi in Emilia-Romagna avviamo questo modello di innovazione aperta per la valorizzazione di una futura commodity come il luppolo italiano al Senato della Repubblica dal giorno in cui in Italia si festeggia la liberazione del nostro Paese si discute il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e in particolare quella “Missione 2” che ci riguarda da vicino, di cui facciamo parte come aziende e da oggi come Gruppo Operativo di Innovazione: la RIVOLUZIONE VERDE e la TRANSIZIONE ECOLOGICA italiana.
Nel Piano d’azione Europeo sull’economia circolare e “Dal produttore al consumatore”, fulcro dell’iniziativa Green New Deal europeo ci sono molti elementi in comune con il programma ProHop Smart Chain: l’obiettivo è sempre quello di migliorare le condizioni di lavoro rispettando un migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse. La componente definita “Economia circolare e agricoltura sostenibile” ha l’obiettivo di rendere la nostra economia sia più competitiva che più inclusiva, garantendo un elevato standard di vita alle persone e riducendo gli impatti ambientali del nostro settore agricolo. In questo contesto l’Italia nel settembre 2020 ha recepito le direttive del “Pacchetto Economia Circolare” con gli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani: almeno il 55% entro il 2025, il 60% entro il 2030, il 65% entro il 2035 e una limitazione del loro smaltimento in discarica non superiore al 10% entro il 2035.
Le proposte progettuali dell’Italia sull’economia circolare come quella presentata alla Regione Emilia-Romagna del GOI PROHOP SMART CHAIN vanno nella stessa direzione del PNRR e mirano a colmare le lacune strutturali che ostacolano lo sviluppo del settore foodtech: lo sviluppo di modelli di economia circolare come la filiera del luppolo tramite l’ammodernamento tecnologico di impianti di trattamento rifiuti potrebbe risultare un modello regionale sostenibile, riproducibile e scalabile altamente innovativo con l’introduzione di elementi IoT e tecnologie DLT e AI lungo la supply chain, per noi la catena intelligente.
In linea con la strategia europea “Dal produttore al consumatore” il nostro programma si prefigge l’obiettivo di dimostrare i benefici di una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la competitività delle singole aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, rafforzando le infrastrutture logistiche della luppolicoltura italiana riducendo le emissioni di gas serra e sostenendo la diffusione dell’agricoltura di precisione e l’ammodernamento dei macchinari.
Questa è una grande opportunità per le innovatrici creative e gli imprenditori digitali che devono cogliere e che la transizione digitale porta con sé in uno dei settori di eccellenza dell’economia italiana per sviluppare filiere agroalimentari realmente sostenibili.
La Riforma 1.1 prevede finalmente una nuova strategia nazionale per l’economia circolare, che verrà adottata entro giugno 2022, e integrerà nelle aree di intervento l’ecodesign, ecoprodotti, blue economy, bioeconomia, materie prime critiche, e si focalizzerà su strumenti, indicatori e sistemi di monitoraggio per valutare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Della strategia nazionale farà parte anche un nuovo sistema di tracciabilità che consentirà anche di supportare gli organi di controllo e le forze dell’ordine nella prevenzione e repressione. Il nostro piano di sviluppo della smart chain ha anticipato questa idea di applicare un sistema che garantisca la tracciabilità delle materie prime lungo la catena di approvvigionamento.
Come gruppo operativo di innovazione la nostra attenzione è rivolta alle caratteristiche tecniche dell’infrastruttura informatica prevista dalla strategia nazionale, ma riteniamo che oggi non siano presenti sul mercato alternative ad un modello di piattaforma pubblica interoperabile con una compliance e governance ben definita a disposizione per tutti gli utenti italiani con l’obiettivo di “utilizzare” in modo consapevole delle infrastrutture informatiche “governative” per applicare una reale indipendenza tecnologica dai paesi extraeuropei.
Inoltre sul piano “Investimento 2.1” è indicato un forte sviluppo della logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo in un settore dove l’Italia presenta un forte divario infrastrutturale. Il nostro Paese è diciottesimo al mondo nella classifica del World Economic Forum 2019 sulla competitività delle infrastrutture e in questo periodo di tremenda crisi non abbiamo scalato la classifica verso i primi posti. E’ stato dichiarato che il piano logistico collegato all’investimento 2.1 intende colmare questa lacuna nel Paese, intervenendo sulla logistica dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, caratterizzati da forti specificità lungo tutta la filiera. Siamo molto allineati con il piano investimento 2.1 perché sono presentati gli stessi obiettivi del piano che il gruppo operativo di innovazione applicherà nella gestione della filiera intelligente: migliorare la sostenibilità tramite la riduzione dell’’impatto ambientale del sistema dei trasporti nel settore agroalimentare; migliorare la capacità di stoccaggio delle materie prime, al fine di preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive; potenziare la capacità di esportazione delle PMI agroalimentare italiane, implementando l’accessibilità ai villaggi merci e ai servizi hub e della capacità logistica dei mercati all’ingrosso a livello europeo. Questa rivoluzione verde passa dalla digitalizzazione della logistica attraverso una reale tracciabilità delle materie prime allo scopo di ridurre gli sprechi alimentari. Non abbiamo alternative se vogliamo rispettare i 17 goals dell’Agenda 2030.
In Emilia-Romagna sono più di cento i progetti finanziati sino ad oggi tra agricoltura di precisione, risparmio idrico ed energetico, riutilizzo degli scarti, strategie per affrontare i cambiamenti climatici, filiere corte intelligenti. L’Emilia-Romagna è oggi a livello nazionale tra i leader nella sfida tecnologica e nella ricerca sull’agroalimentare e attraverso il Psr ogni anno destina più di 50 milioni di euro all’innovazione in agricoltura, il 4,2% dell’intero programma e soprattutto l’investimento più alto rispetto a tutte le altre regioni italiane. In questi anni di attivazione dei Programmi di Sviluppo Rurale regionale sono stati generati oltre un centinaio di Gruppi operativi per l’innovazione a cui nel 2021 se ne aggiungeranno altri. Investire sull’alta competenza e la tecnologia al servizio del foodtech è oggi un dovere, non è più una necessità. Speriamo che questa accelerazione digitale possa permetterci di salire sul treno della rivoluzione verde che ha già attraversato molti Paesi europei. Noi del GOI ProHop Smart Chain vogliamo salire sulla locomotiva dell’alta velocità grazie al luppolo italiano per raggiungere risultati sempre più significativi per il Made in Italy in particolare nella sfida europea di un progresso sempre più sostenibile.